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ERRI DE LUCA: "Dentro ci sono gli umori di una esistenza combattiva. Non sono poesie, piuttosto un diario intimo di sdegni, commozioni, puntigli. E' opera scritta di un carattere simile e coetaneo a quello di mia madre."

 

LUCIANA LITTIZZETTO: "Sono bellissime. Me le sono bevute tutte."

 

RAI UNO MATTINA - ARNALDO COLASANTI - 06.01.2012: "Gigliola Franco è una poetessa che cerca, nella radicalità, nella libertà, se vogliamo anche in qualcosa che è una vera opposizione a tutto, cerca di raccontare, anche con amarezza e con struggimento, il segreto dell'esistenza... Da leggere."

 

REPUBBLICA - CLARA CAROLI - 03.01.2012: “La vita non è una poesia - Diventano un caso i componimenti della madre ottantenne pubblicati dal figlio regista con una casa editrice messa in piedi per l’occasione - E’ stata insegnante giornalista e femminista militante. La sua scrittura caustica e senza freni ricorda Bukowski e Pasolini - Le liriche invettive di Gigliola che fece battere il cuore di Fenoglio - 140 pagine di sussurri e grida, nostalgie e invettive, speranze e rimpianti... un’anima stanca e rabbiosa, un’Alda Merini torinese il cui incontro con la poesia, scoperta come rifugio alla vecchiaia, tra i settanta e gli ottantacinque anni, ha portato alla luce un gioiello segreto... E i risultati si vedono, il libro vende bene, anzi benissimo, riceve recensioni entusiastiche... questo bianco libello di “non-poesie” del quale Erri De Luca e Luciana Littizzetto caldeggiano la lettura... Non sono poesie, no. Sono pietre, calci, pugni, sputi in faccia, ribellioni. Se la prende con tutti, la Franco: si scaglia contro una classe politica scellerata, ben prima che la Casta sia oggetto quotidiano di indignazione; contro le guerre e le loro cause, i nazionalismi, gli interessi economici, le religioni; contro la caccia, ma anche la famiglia (che crocifigge la donna, ma “Lei non protesta/ forse è contenta”) e l’amore che col suo codice, sbotta insofferente, “mi ha rotto le palle”. Parla degli anziani, della solitudine, della vecchiaia, dei sogni perduti (“Nella vasca da bagno/ ho ammucchiato tutti i miei sogni/ Quasi debordano/ Ora non mi resta che aprire l’acqua bollente”), della vita e della morte... Versi taglienti, spesso scatologici... Spiazzata dalla vita che è passata troppo in fretta: “Di colpo/ mi ritrovo ad essere vecchia/ e non capisco/ come cazzo è potuto succedere / in così breve tempo”. Travolta da una disperazione che nemmeno la sua segreta religiosità (“Prega ogni sera, prima di addormentarsi”, rivela Corrado Franco) ha potuto guarire.

 

TUTTOLIBRI - LA STAMPA - MARIO BAUDINO - 03.12.2011: "Grida, spezzoni di esistenza, ribellioni in un linguaggio molto crudo: poetessa di “non poesie”, amica di Fenoglio… testi di umori corporali, di indignazioni, di sputi in faccia al perbenismo anche linguistico… fulminanti…"

 

LA STAMPA.it - CRISTINA INSALACO - 05.02.2012: "La prima raccolta poetica della 87enne regista teatrale. "Non sono poesie" è un libro di sdegni, invettive, di pugni allo stomaco... con accostamenti letterari che vanno da Gaber a Alda Merini, da Pasolini a Bukowski. Se la prende con i politici: "Indecenti sono i tempi della giustizia/ voi lo dite da anni/ da decenni/ da secoli/ E intanto giocate/ giocate a Monopoli"... è contro le ingiustizie, la guerra, la caccia, le auto blu. Il libro è una fotografia l'esistenza. Parla del tempo, che passa troppo veloce e non possiamo permetterci di sprecarlo: "Natale: tra un po' è estate/ Estate: tra un po' è Natale". Della giovinezza che è così preziosa e irripetibile: "E allora questo vi dico/ ragazzi del Leonka/ godete godete/ la vostra bella estate/ e fatela durare più che potete". Ma attenzione a non far diventare il lavoro il centro assoluto della vita: "Che senso ha lavorare/ e ancora lavorare/ se poi non ti resta il tempo per guardare il mare/ per oziare/ per amare e per odiare/ per sbagliare/ per giocare/ per cantare/ per fare quelle stupidissime parole crociate?" La volgarità per lei "è una licenza poetica", spiega il figlio. E' un mezzo per arrivare dritta allo scopo e smuovere gli animi. Lei, femminista storica, si scaglia contro le ingiustizie del mondo... Non può parlare, Gigliola. Ma ha una lucidità pazzesca. E se la baci teneramente sulla guancia, lei ti sorride come se volesse dirti tutte le parole del mondo. Eccola, la bellezza. La bellezza che per Gigliola si nasconde nella semplicità. "La bellezza è un ragazzo (o una ragazza) che ridono/ a gola spiegata/ con tutti i loro vent'anni/ sulla faccia/ la loro risata/ genuina/ sincera cristallina/ questa questa/ è la vera bellezza"... Desidera soltanto essere ricordata. "Ho fatto tanto cammino/ per approdare qui/ Ora/ non mi resta/ che chiedervi una cosa/ non vi scordate di me".